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Pandemia da Covid e formazione degli operatori delle RSA - di Pietro Vigorelli


La formazione degli operatori delle Residenze per anziani in tempo di pandemia

Pietro Vigorelli

 

Riceviamo da Pietro Vigorelli, medico psicoterapeuta formatore e socio dell’Accademia delle tecniche conversazionali, un articolo sulle particolarità della formazione degli operatori nelle RSA (Residenze Sanitarie e Assistenziali per persone anziane), in questo periodo in cui la tragedia della pandemia causata dal Coronavirus, oltre a devastare la vita nelle residenze stesse, costringe tutti a mantenere la distanza fisica tra individui. L’articolo mostra come, impedito di svolgere il suo programma con gli operatori presenti fisicamente, il formatore può ricorrere allo strumento tecnologico. Pietro Vigorelli si sofferma sulla formazione a distanza “sincrona”, quella in cui il formatore e gli operatori si danno appuntamento per un incontro in un’aula virtuale, utilizzando piattaforme adatte allo scopo.

In attesa di pubblicare lo scritto completo nel numero d’autunno della nostra Rivista, anticipiamo qui i passaggi di più stretta attualità, in cui l’autore spiega i particolari anche tecnologici del suo procedimento.

 

Tempi nuovi, metodi e contenuti nuovi

L’emergenza sociosanitaria in corso è tanto rilevante che mi sono presto reso conto che richiedeva importanti adattamenti nella mia attività di formatore. La situazione eccezionale che si è creata nelle RSA ha fatto emergere nuove criticità, gli operatori si devono confrontare con nuovi problemi e loro stessi percepiscono se stessi, gli anziani e il proprio lavoro in modo nuovo. Qui di seguito accennerò prima agli aspetti tecnologici poi a quelli di contenuto. […]

 

Gli aspetti tecnologici

L’attuale emergenza ha favorito la diffusione di piattaforme, più o meno nuove, di grande efficienza e di facile utilizzo. Ho cominciato con WeSchool, messa a disposizione per gli insegnanti dal Ministero, poi sono passato a Zoom che si è rivelata più adatta e accessibile per tutti. L’utilizzo del PC è di gran lunga preferibile ma è possibile utilizzarla anche con uno smartphone (personalmente lo sconsiglio).

 

La piattaforma Zoom

Il formatore preannuncia per email ai futuri partecipanti giorno e ora del seminario formativo poi al momento prestabilito li invita con un’altra email a collegarsi, a entrare cioè nell’aula virtuale. Ciascun operatore, partendo dalla email, con tre semplici click accede in aula. Col primo click scarica rapidamente l’applicazione, col secondo accende il microfono, col terzo accende la telecamera.

Il formatore ammette in aula uno ad uno gli operatori e quando tutti sono entrati il seminario inizia.

Il numero di partecipanti può variare fino a 100. Nella mia esperienza l’aula migliore, per garantire un numero sufficiente di partecipanti e una buona interattività è di 12-15 operatori. Il sistema permette di vederne contemporaneamente fino a 24, oltre questo numero è necessario “trascinare” la schermata per vedere gli altri.

Tutti possono vedere e ascoltare tutti, proprio come in presenza.

La piattaforma permette poi l’utilizzo di tre funzioni di grande utilità:

 

  • Share screen: permette di condividere il proprio schermo (un documento word o pdf, un filmato).
  • Chat: permette di scrivere come su una lavagna. Ciascuno può scrivere, tutti possono leggere, resta scritto e leggibile in una colonna a fianco delle finestre con i filmati di tutti i partecipanti.
  • Record: permette di registrare il seminario e di salvarlo su PC o su Cloud.

 

Inoltre, ciascuno può attivare/disattivare microfono e telecamera. Per evitare i rumori di fondo si consiglia di far tenere i microfoni spenti e di attivarli solo quando si vuole prendere la parola.

 […]

 

I pilastri metodologici della formazione 

La formazione che propongo abitualmente ha due caratteristiche che mi preme sottolineare: mette al centro dell’attenzione la parola, rispetta l’alternanza dei turni verbali. Entrambe queste caratteristiche sono addirittura enfatizzate dal nuovo strumento impiegato.

 

La parola al centro dell’attenzione

L’utilizzo della Chat come lavagna di carta permette di scrivere alcune parole e di mantenerle al centro dell’attenzione di tutti.

Se per esempio un operatore riferisce le parole di un anziano voglio andare a casa, non solo le dice ma anche le scrive sulla Chat. Quando poi il formatore propone la Giostra delle risposte possibili (una tecnica formativa), ciascuno può scrivere sulla Chat la propria risposta. In questo modo le parole restano all’attenzione di tutti ed è agevole per il formatore avviare un lavoro di gruppo sulle parole.

 

L’alternanza dei turni verbali

Una conversazione felice rispetta, tra l’altro, l’alternanza dei turni verbali. Questo è possibile e ancor più importante nelle conversazioni con persone smemorate e disorientate. Il mio modo di fare formazione attribuisce grande importanza al rispetto dei turni di parola anche durante la formazione: ascoltare, non interrompere, non completare le frasi sono tecniche conversazionali che si imparano durante la formazione e che vengono subito impiegate durante la formazione stessa, nella convinzione che fare esercizio, esperienza, di queste tecniche ne favorisca poi l’utilizzo, a cascata, anche   durante l’attività professionale degli operatori con gli anziani che assistono.

La tradizione di presentarsi per nome ogni volta che si prende la parola favorisce ulteriormente il rispetto dell’alternanza dei turni verbali ed evita il crearsi di sottogruppi e l’avvio di dibattiti tra due soli partecipanti.

Nella formazione a distanza ho introdotto anche l’abitudine ad alzare la mano per chiedere la parola. Lo si può fare in modo fisico o in modo virtuale. Nel primo caso il formatore vede la mano alzata dal video, nel secondo l’operatore clicca su un apposito bottone ben visibile in una barra ai piedi dello schermo. Alzare la mano e presentarsi ogni volta per nome permettono un’interattività ordinata e rispettosa dei turni verbali.

 

I cambiamenti nella formazione dopo l’intrusione del Covid-19

L’arrivo della pandemia ha posto fine alla vita di molti anziani che vivevano nelle RSA ma ha anche stravolto la vita dei superstiti, sia anziani che operatori. […]

Gli accadimenti correlati con la pandemia, i cambiamenti organizzativi, le norme di distanziamento sociale, la presenza costante del pensiero del contagio e della morte, lo stravolgimento della vita quotidiana stanno influendo in modo determinante sul vissuto degli operatori e sul loro modo di agire. Ci sono nuove consapevolezze che si affacciano alla coscienza e che possono essere coltivate per farne strumenti di crescita e di miglioramento. […]

 

L’autore indica qui alcune di queste consapevolezze: quella dell’impossibilità di attuare con i pazienti il “distanziamento” necessitato dalla pandemia, poiché «il lavoro di cura degli OSS […] è necessariamente un lavoro di vicinanza fisica», il che comporta inevitabilmente la paura del contagio. Un’altra criticità sta nel rischio di reazioni estreme «tra due poli: da una parte l’eroismo e dall’altra la rabbia, la rivendicazione, il burnout». Infine, la presenza della morte tutto intorno non può che indurre una riflessione profonda «sul vivere, l’invecchiare, l’ammalarsi e il morire», che l’autore crede debba essere parte della formazione, sicuramente di quella dei formatori ma anche di quella degli operatori.

 

Pietro Vigorelli, medico, psicoterapeuta, formatore si occupa in particolare di anziani smemorati e disorientati, dei loro familiari e degli operatori che li curano. A partire dal Conversazionalismo di Giampaolo Lai e dopo il libro La conversazione possibile con il malato di Alzheimer, (FrancoAngeli 2016) ha sviluppato l’ApproccioCapacitante® che vuole riconoscere all’interlocutore le sue competenze elementari al fine di favorire una convivenza sufficientemente felice tra i parlanti. Tra i suoi ultimi libri pubblicati con l’editore FrancoAngeli:  L’altro volto dell’Alzheimer (2020); Alzheimer. Come parlare e comunicare nella vita quotidiana nonostante la malattia (2015, 2° ed. ampliata 2018). Indirizzo: pietro.vigorelli@gruppoanchise.it

 

Gli operatori coinvolti nella formazione appartengono a diverse professioni, accomunate dal fatto di occuparsi di anziani, spesso con demenza: sono operatori sociosanitari (OSS), educatori, animatori, fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, infermieri, medici, psicologi, assistenti sociali.






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