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È appena stato pubblicato, alle Edizioni Progetto Cultura, di Roma, Invito all&\\#39;Harlem Shake, un romanzo di Renzo Gorini, noto ingegnere con esperienze manageriali in strutture private e pubbliche. Personaggi carichi di passato s&\\#39;incontrano con protagonisti del mondo attuale, con i quali entrano in conversazioni spesso ellittiche, introducendo interrogativi o messaggi (non sempre ascoltati) ma anche ricevendo messaggi di speranza. Un testo intrigante intorno alla possibilità di ripartire e di rilanciare la propria vita utilizzando le risorse delle proprie  disidentità. Si veda la recensione  di Pierrette Lavanchy in Attualità.   

Sabato 14 giugno al Teatro Franco Parenti  ha avuto luogo il Seminario internazionale organizzato dalla Fondazione Il Minotauro sul tema: Trasformazione delle storie e cambiamento. Un pubblico numeroso ha ascoltato con molta attenzione le presentazioni dei sei relatori convenuti: dalla Germania Tilmann Habermas, dal Portogallo Miguel Gonçalves, da Roma Antonino Ferro, e da Milano Gustavo Pietropolli Charmet, Pierrette Lavanchy, Alfio Maggiolini. Alcuni degli interventi vertevano su aspetti specifici della psicoterapia narrativa, altri partivano dall&\\#39;esperienza psicoanalitica, (Antonino Ferro), o conversazionale (Pierrette Lavanchy). Dal confronto sono emersi diversi punti di condivisione, come del resto elementi di differenziazione.
La terapia narrativa è una forma di psicoterapia basata sul presupposto che le nostre identità si modellano sulle narrazioni delle nostre vite; narrazioni che possono essere e sono spesso unilaterali, tendenziose, saturate da problemi. il terapeuta narrativo collabora con il cliente allo scopo di sviluppare nuovi racconti, il che conduce a nuovi modi di percepirsi e di vedere la proprie possibilità di crescita. In questa prospettiva, il lavoro del terapeuta si configura come una funzione di co-narrazione; la stessa funzione svolta dai genitori che, con le loro domande, aiutano i bambini piccoli a strutturare il racconto delle loro esperienze.
 (segue in Attualità).

Uscire dalla storia e ritrovare lo spazio
L’Associazione Nodi Freudiani – Movimento Psicanalitico Milano, di tendenza lacaniana, ha organizzato una serie di incontri su un argomento molto vicino ai nostri interessi: “La cura della parola”, nel quale la parola compare nella doppia veste di strumento di cura e di oggetto di cura. Nell’ambito di questo ciclo Marco Focchi ha tenuto sabato 10 maggio, a Palazzo Cusani a Milano, una conferenza sul tema “Uscire dall’incubo della storia”, altro titolo accattivante e un po’ enigmatico. Di quale storia si tratta, perché è un incubo? (Si veda in Attualità,
Lo spazio ritrovato)

Segnaliamo l’inizio del sito Lech Lechà, Associazione per il dialogo interreligioso, creato e diffuso dall’amico e collaboratore Davide Assael, responsabile della rubrica L’angolo filosofico nella nostra Rivista. Il sito ha una dotazione di partenza di 20 video, ai quali se ne aggiungeranno uno ogni quindicina. Fra questi, ne potrete sentire, in francese, uno di Giampaolo Lai (The Dead return in psychotherapy) e uno di Pierrette Lavanchy (The evil and the debt). L’aspetto multilingue (titolo in inglese, conversazione in francese) dà subito l’idea di un incontro senza frontiere. L’indirizzo è






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