ATTUALITA'


Un lavoro su misura

Ed FrancoAngeli, Milano 2016.



di Daniela Adorni e Katia Balestieri

Sinossi

Il volume «Un lavoro su misura» di Daniela Adorni e Katia Balestieri inaugura la collana della casa editrice FrancoAngeli dedicata a salute mentale e servizi. Dedicato al complesso rapporto fra lavoro e disabilità in questi tempi di crisi e di mutazione sociale, è un libro che non propone soluzioni ma pone alcune domande aperte al futuro, a ciò che ancora deve venire e che fatichiamo a immaginare, senza dimenticare quanto di prezioso l’esperienza passata può consegnarci.

Il primo capitolo affronta il tema attuale dei cambiamenti istituzionali e organizzativi vissuti dai servizi pubblici per il lavoro; vi si sintetizza il percorso che sta portando all’abolizione delle province assumendo come prospettiva il vissuto degli operatori, senza dimenticare i frutti positivi maturati dalle riforme del mercato del lavoro degli anni ’90: la valorizzazione delle pratiche di orientamento, lo sviluppo delle politiche attive, la nuova era del collocamento mirato. Racconta la crisi d’identità degli operatori dei servizi per il lavoro come paradigmatica della crisi che l’idea stessa di lavoro e ruolo professionale sta attraversando, e suggerendo che dall’esperienza del collocamento mirato potrebbero arrivare indicazioni utili a tutti.

Nel secondo capitolo, dopo una breve analisi di come già nel programma voluto dall’Europa per l’occupazione giovanile (Garanzia Giovani) si mutuino prospettive e strumenti già ampiamente utilizzati per la Legge 68, ci si avvicina a uno dei temi centrali del libro: la relazione come strumento essenziale del percorso che impegna aspirante lavoratore e operatore nella condivisione di un progetto professionale e di vita dotato di senso. In questa relazione è possibile utilizzare le tecniche e i metodi del Conversazionalismo, frutto della ricerca di Giampaolo Lai, di cui si esplorano le potenzialità anche nell’ambito del colloquio di orientamento lavorativo. Tutto questo accade, soprattutto quando è in causa una condizione di disabilità, e di disabilità psichica, in un territorio dai confini necessariamente sfumati in cui si intrecciano bisogni di cura e necessità occupazionali; gli operatori che vi operano vivono perciò una cangiante identità professionale sulla quale impattano il senso di appartenenza al proprio servizio e il sostegno che questo può dare,l’esposizione individuale su più versanti: interni (responsabili e colleghi) ed esterni (utenza e altri servizi).

Con il terzo capitolo si entra nella tessitura della storia del collocamento mirato nella provincia di Parma: se ne esplorano le premesse culturali e di contesto come esemplificative di una stagione di riforme che ha investito tutto il Paese e che – in particolare in alcune regioni tra cui l’Emilia-Romagna – ha trovato realizzazioni virtuose. L’integrazione pubblico-privato, la collaborazione e la contaminazione tra servizi diversi, del lavoro e sanitari, anticipano le direttrici lungo le quali si stanno attualmente configurando nuovi assetti normativi e istituzionali. Particolare attenzione viene dedicata al rapporto con la famiglia della persona disabile, dal quale non è possibile prescindere e che va vissuto e gestito con la consapevolezza dei rischi e delle potenzialità positive di cui è portatore.

Nel capitolo finale lo sguardo si concentra sul mondo dell’impresa, non tanto riguardo gli aspetti organizzativi o normativi ma rispetto alla cultura sulla disabilità e sulla responsabilità sociale, elementi spesso più impliciti ma non per questo meno rilevanti nel determinare il successo di un inserimento lavorativo. Ancora una volta ci aiuta la letteratura conversazionalista, con la sua originale lettura del rapporto tra compratore e venditore che può illuminare di nuova luce il rapporto fra aspirante lavoratore e azienda nel momento particolare del colloquio di selezione.

L’attenzione dedicata al mondo della cooperazione sociale non deriva solo dall’esperienza positiva di Parma – che ha realizzato, in partnership con la Provincia, gli obbiettivi della Legge 68 – ma anche dalla centralità che sta assumendo sul piano normativo e di sistema, regionale e nazionale. Anche la cooperazione sta vivendo, come tutto intorno a noi, una transizione critica all’interno della quale c’è spazio per la sperimentazione di proposte innovative verso un nuovo welfare di comunità.

C’è infine qualcosa che difficilmente potrete leggere in altri libri sul tema del collocamento mirato: il racconto appassionato e intimo di come la condizione stessa di disabilità – vissuta in prima persona da una delle autrici – sia ogni volta entrata nel vivo della relazione con l’altro, aprendo possibilità nuove di pensiero e di vita.

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