ATTUALITA'


Retorica della persuasione -

L’analogia è democratica, la metafora è teocratica





 
Retorica della persuasione: la metafora e l’analogia
 
Pierrette Lavanchy (2012)
 
 
Fra gli interventi retorici che contraddistinguono l’attività dei professionisti, nell’ambito della psicoanalisi come nel commercio, nella pubblicità, nella politica, troviamo due modalità che afferiscono a due figure fondamentali: la metafora e l’analogia. Nella metafora, di due termini connessi in base a un rapporto di similitudine, l’uno viene a sostituire l’altro. Nell’analogia o nella comparazione, i termini connessi  rimangono entrambi disponibili con le loro denotazioni distinte.
 
 
Prendendo esempi recenti provenienti da due personaggi importanti, il Papa e il Presidente della Repubblica, abbiamo selezionato queste frasi:
«Concedi al tuo servo un cuore docile [ein hörendes Herz, un cuore che ascolta], perché sappia rendere giustizia al popolo e perché sappia distinguere il bene dal male», ha detto Papa Benedetto XVI a Berlino il 22 settembre scorso, nel suo discorso al Reichstag, citando la richiesta di re Salomone al Signore (I Re 3,9). Sempre del Papa è la frase pronunciata domenica 2 ottobre dalla finestra del Vaticano, prima dell’Angelus: «Gli angeli e gli angeli custodi esistono, e manifestano la presenza di Dio che è sempre vicino all’uomo».
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un discorso all’Università di Napoli il 30 settembre scorso, ha stigmatizzato le richieste di secessione della Lega dichiarando che «si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della Storia», e che del resto «non c’è il popolo padano». A coloro che manifestano un sentimento antipolitico risponde: «Si impreca molto contro la politica, ma la politica siamo tutti noi».
Alcune di queste frasi sono descrittive e analogiche, altre sono metaforiche o allegoriche. «Dammi un cuore docile» è evidentemente una metafora, in quanto il cuore è una pompa; ma è una metafora spenta, entrata nell’uso a tal punto che con la parola “cuore” si intende “carattere, indole”, per cui ciascuno capisce subito che «un cuore docile» significa un carattere mite, non arrogante bensì umile, aperto all’ascolto. Mentre quando Benedetto XVI dice «gli angeli esistono», usa presumibilmente un’allegoria, riferendosi a entità che noi non vediamo ma che ci proteggono dal male.
L’espressione «cambiare il corso della Storia», usata da Giorgio Napolitano in relazione alla secessione, è apparentata all’allegoria: più precisamente la Storia è la personificazione di un’entità hegeliana che presiede allo svolgimento delle vicende del mondo. Dicendo poi «la politica siamo tutti noi», il Presidente adopera una reductio, una riduzione dal tutto alla parte, a meno che voglia dire un’altra cosa, nel quale caso sta usando una metafora.
Quello che ci interessa è segnare le differenze tra i due tipi di espressione, e precisare lo statuto connotativo dell’uno rispetto all’altro. Per esempio, il “mercato bilaterale di parole” è una descrizione della situazione psicoterapeutica, ed è un’allegoria delle vicende della vita.
Mentre nella metafora e nell’allegoria, dei due oggetti paragonati l’uno riduce a sé l’altro, annullandolo, nell’analogia è permessa la compresenza dei due oggetti che vengono nominati. La metafora impone, l’analogia propone, consentendo un libero andirivieni del pensiero tra li concetti evocati. Così, se si può chiamare democratica l’analogia, si potrà dire che la metafora è teocratica.





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